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Lavoro badante: come funzionano gli straordinari

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L’identikit della badante ha subito delle intense e importanti modifiche nel corso degli anni. Se fino a qualche decennio fa questo mestiere era svolto in prevalenza da donne straniere, oggi non è raro trovare annunci di lavoro pubblicati da parte di giovani laureati ma anche uomini di ogni età. In questo articolo ci soffermeremo su alcuni aspetti del contratto da badante e su una serie di fattori ai quali prestare molta attenzione.

L’orario di lavoro: tutto quello che c’è da sapere per evitare turni massacranti

La professione della badante è regolata dal Contratto Collettivo dedicato al Lavoro Domestico ma ci sono ancora alcuni aspetti che creano non poca confusione. Il primo riguarda senza dubbio l’orario di lavoro:spesso, soprattutto quando ci si affida al passaparola o quando si è alle prime armi, tendiamo ad accettare la prima proposta di lavoro che ci viene fatta, finendo spesso per addossarci orari di lavoro massacranti e mansioni domestiche che esulano dal contratto stesso. La legge dispone infatti che un badante abbia diritto a un riposo pari a 11 ore consecutive o, ancora, che in caso di convivenza con un anziano non autosufficiente, l’orario di lavoro non possa andare oltre le 54 ore settimanali.

In realtà spesso gli straordinari richiesti sono numerosi perché le famiglie rinunciano all’assunzione di un’ altra badante per coprire magari le ore notturne per cui il professionista si ritrova a lavorare per 16/18 ore consecutive.

Lavoro straordinario badante: come funziona?

Per evitare di fare errori e impostare un rapporto di lavoro corretto e trasparente, è necessario iniziare dalle basi ovvero sapere cosa dice esattamente la legge in merito agli straordinari. Il punto di riferimento dal quale partire è il Contratto Collettivo. L’articolo 15 non lascia adito a dubbi in quanto stabilisce che:

  • il concetto di lavoro straordinario fa riferimento a quelle ore che eccedono il limite massimo stabilito dal Contratto Collettivo Nazionale.

Per stabilire il limite massimo è necessario far riferimento a due tipologie di contratto:

  • il contratto per lavoratori non conviventi è pari a 8 ore giornaliere, non può eccedere le 40 ore settimanali che possono però essere distribuite, a discrezione delle parti, su cinque o sei giorni.
  • il contratto per lavoratori dipendenti pari a 10 ore giornaliere per 54 ore settimanali.

L’articolo 16 inoltre stabilisce che il datore di lavoro può richiedere lo straordinario al lavoratore purché tali ore non vadano a ledere il diritto al riposo giornaliero. La richiesta di ore in più quindi è legittima ma il lavoratore può rispondere negativamente qualora sia in possesso di un motivo di impedimento giustificato.

Quanto spetta per le ore extra?

Dopo aver chiarito cosa si intende per ore di lavoro straordinarie, è necessario quantificare il compenso che spetta per questa prestazione extra. Anche in questo caso facciamo riferimento al Contratto Collettivo per il Lavoro Domestico. Questo documento stabilisce che fino al limite massimo di 54 ore settimanali per i dipendenti conviventi e 40 per i non conviventi, il salario sarà pari a quanto concordato tra le parti. Le eccedenze invece sono così suddivise:

Lavoratori conviventi:

  • straordinario tra le 6.00 e le 22.00: 25% della retribuzione totale
  • straordinario tra le 22.00 e le 6.00: 50% della retribuzione totale
  • straordinario festivo (compresa la domenica): 60% della retribuzione globale.

Lavoratori non conviventi:

  • straordinario che non supera le 4 ore settimanali e compreso dalle 6.00 alle 22.00: 10% del salario complessivo
  • straordinario eccedente le 4 ore settimanali in più rispetto alle 40 ordinarie, compreso tra le 6.00 e le 22.00: 25% della retribuzione concordata
  • straordinario effettuato dalle 22.00 alle 6.00: 50% della retribuzione totale
  • straordinario effettuato nei giorni festivi: 60% della retribuzione globale.